sabato 1 dicembre 2012

Il limite ecologico

Sebbene siano varie le cause della crisi economica che il mondo, e l’Italia in particolare, stanno attraversando da più di quattro anni, credo che ve ne sia una di particolare interesse perché rappresenta una novità storica.
Mentre crisi finanziarie e di sovrapproduzione, polarizzazioni delle ricchezze e messa in discussione dei tenori di vita, su lunghi periodi sono storicamente ricorrenti, anche se avvertiti come eccezionali dalle generazioni presenti, la nave dell’economia mondiale sembra oggi incagliata su uno scoglio di nuovo tipo, che sinteticamente definirei il “limite ecologico”.

Le società sono compresse dal loro limite ecologico e lottano per espanderlo.
Le risorse disponibili sono il presupposto per la crescita demografica, la produzione di ricchezza e armi, la forza geopolitica e militare.

La dialettica tra lo sforzo per ottimizzare l’uso delle risorse disponibili all’interno di un limite ecologico e l’intrapredenza nel procurarsi nuove risorse esterne a quel limite, anche a grande distanza, ed eventualmente ricorrendo alla guerra, costituisce una delle dinamiche fondamentali nello sviluppo delle civiltà.

La nostra civiltà nasce nelle pianure della Mezzaluna fertile dove sono cresciuti ed hanno saputo prosperare Sumeri, Assiri e Babilonesi.
Anche le popolazioni di terre così fertili dovettero lottare per espandere il loro limite ecologico che era rappresentato dai materiali carenti nelle pianure alluvionali: legnami duri, grandi pietre, metalli.
Essere dotati di ricche risorse naturali ed avere nello stesso tempo la necessità di colmare lacune nella loro disponibilità è un incentivo formidabile all’intraprendenza e allo sviluppo dell’ingegno per procurarsi ciò che manca. I ritrovamenti archeologici dei Templi dell'area mesopotamica testimoniano che gli sforzi per procurarsi materiali, disponibili solo a grandi distanze, furono tra le cause dell’invenzione di pratiche e strumenti commerciali, giuridici e scientifici alle origini della civilizzazione: calendari e osservazioni astronomiche, pesi e misure, codici legislativi, scrittura alfabetica, prestito ad interesse, tecniche contabili.

Nella lotta per espandere il limite ecologico la posta in gioco è altissima, perché avere le risorse significa potere accumulare ricchezza e potere accumulare la potenza per difendere la ricchezza accumulata e potere andare con successo alla conquista di nuove risorse. Chi rimane indietro nella corsa all’accumulazione di risorse rischia di essere sconfitto, smembrato, sottomesso o distrutto.

L’epica di uomini come Pietro il Grande, Lenin e Stalin di Russia, l’imperatore Mutsuhito del Giappone, i cinesi Mao Zedong e Deng Xiaoping, è quella di paesi di grande cultura e valore che rimasti economicamente arretrati, quando gli uni dopo gli altri Ispano-Genovesi, Portoghesi, Olandesi, Britannici e Statunitensi lanciarono su scala planetaria la corsa per espandere il loro limite ecologico ed accumulare ricchezza e potenza tecnologica e militare, hanno dovuto poi lottare, imponendo grandi sacrifici ai loro popoli, per recuperare il terreno inizialmente perduto.

La competizione per le risorse può essere considerata lo stimolo più efficacie, su larga scala, allo sviluppo scientifico e tecnologico dell’epoca moderna e contemporanea.

Nelle società contemporenee, costruite su complesse reti tecnologiche e affamate di energia per il loro funzionamento, il limite ecologico assume prevalentemente la forma del limite energetico. Non solo le attività manufatturiere e dei servizi ma anche quelle agricole ed estrattive dipendono dalla produzione di energia.

La produzione energetica avviene ormai su una scala globale dove le possibilità di espansione è data dall’investimento di energia stessa per migliorare le tecnologie della sua estrazione e produzione. Il limite energetico e il limite ecologico coincidono ormai con il pianeta stesso. Nella impossibilità, almeno nel breve-medio termine di colonizzare altri pianeti, sono le grandi profondità del mare e del sottosuolo a costituire il limite, unitamente all’energia del sole che ci arriva dallo spazio.

Nel nuovo contesto di una corsa su scala globale a cercare risorse in ogni recesso del pianeta, il limite ecologico globale si presenta sempre più nella forma di una barriera lo cui elasticità, almeno al presente, pare ridursi.

Quali possono essere gli effetti ipotizzabili di una crescente rigidità della barriera del limite ecologico globale sui meccanismi di accumulazione della ricchezza e del potere che hanno funzionato fino ad oggi? Cosa sta cambiando o è già cambiato nelle strategie delle potenze mondiali e delle elite che le governano?

Non avendo risposte, nei prossimi articoli su questo argomento cercherò di formulare meglio le domande.


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